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TELEGRAM VERIFICA DI TERZE PARTI PER CONTRASTARE LA CONTROINFORMAZIONE
Nel nuovo aggiornamento (https://telegram.org/blog/collectible-gifts-and-more/it) Telegram ha attivato la verifica di terze parti, ciò significa che adibisce alcune organizzazioni a verificare i canali aggiungendo un logo accanto ai nomi dei canali. Telegram aveva già un sistema di verifica che consentiva di verificare il proprio canale per distinguerlo da eventuali canali falsi e clonati, quindi questo nuovo sistema di verifica non ha come obiettivo il contrasto ai canali falsi, ma come da loro stessi dichiarato, la lotta alla “disinformazione” (https://www.moneycontrol.com/technology/telegram-adds-third-party-verification-to-combat-scams-and-misinformation-article-12902635.html&classic=true), cioè alla controinformazione.
Infatti adesso anche su Telegram arriveranno i canali dei propagandisti del sistema che potranno chiedere a diverse istituzioni di farsi verificare (https://techcrunch.com/2025/01/02/telegram-rolls-out-third-party-account-verification-filters/), e quindi apparire come canali certificati da una qualche istituzione.
Ad esempio, vi potrebbero essere canali che parlano a favore dei vaccini certificati dall’OMS o se italiani dal ministero della salute, e questi canali verosimilmente saranno quelli più favoriti nella lista dei canali consigliati e che compariranno per primi nella barra di ricerca.
La cosa peggiore è che una volta che un’istituzione ottiene il permesso da Telegram per verificare i canali superando una procedura di applicazione, questa può verificare tutti i canali che vuole (https://telegram.org/verify/it), ciò vuol dire che si creeranno canali di serie A e di serie B, e la divisione tra fonti ufficiali e non ufficiali dei social network si ripeterà anche su Telegram.
CONCLUSIONI
Tempo addietro avevamo scovato in una beta di Telegram una funzione di fact checking (https://t.me/dereinzigeitalia/1000) dove i post dei canali venivano verificati da fact checkers ufficiali. L’introduzione della verifica da terze parti potrebbe essere l’inizio per poi abilitare in futuro questa funzione, dal momento che i canali verificati da terze parti potranno essere adibiti anche al fact checking. Nonostante queste siano solo ipotesi, di per sé la verifica di terze parti ha come fine lo screditare la controinformazione.