La crociata dell’Ue contro il Made in Italy: vale 500 miliardi e dà fastidio a qualcuno
Il Made in Italy è di nuovo sotto schiaffo dell’Ue. Qualcuno della “cara” Europa è infastidito dal fatto che il nostro Made in Italy ha un valore di circa 500 miliardi, e quindi parte l’operazione di boicottaggio della nostra eccellenza. Dall’etichetta a semaforo, alla demonizzazione di alimenti considerati nocivi per la salute, passando per l’ipotesi del taglio dei fondi per la promozione di alcuni prodotti simbolo della dieta mediterranea: da Bruxelles rischia di arrivare una vera e propria stangata all’agroalimentare italiano. L’unico settore che ha resistito allo tsunami della pandemia, facendo registrare nel 2020 la cifra record di 46,1 miliardi di esportazioni.
Come spiega Alessandra Benignetti su Il Giornale, “dalla Farm to Fork al Nutriscore, la strategia dell’Ue punta però a sostenere scelte alimentari basate sui prodotti vegetali, aprendo ai sostituti di carne e formaggi, come hamburger e bistecche vegane. Il Cancer Plan, il piano della Commissione per diminuire l’incidenza dei tumori nella popolazione europea, punta il dito contro carne rossa, salumi e alcolici, compreso il vino, mentre il Nutriscore introduce un sistema di etichettatura semplicistico che penalizza di fatto le eccellenze del nostro territorio”. (Continua a leggere dopo la foto)
Il sistema, su cui puntano le grandi multinazionali, funziona già in Francia, Germania, Belgio, Olanda e Spagna. Per questo il Made in Italy è ora accerchiato. “Proprio questi Paesi, assieme al Lussemburgo e alla Svizzera, hanno dato vita ad un coordinamento pro-Nutriscore, per diffondere il sistema il più possibile, anche tra i produttori più piccoli. Uno scenario che penalizzerebbe non poco i prodotti italiani all’estero. Formaggi, salumi, oppure l’olio extravergine d’oliva, sarebbero di fatto considerati prodotti di serie b, visto che i parametri su cui si basa il Nutriscore non sono consoni alle reali proporzioni consumate, ma sono calcolati su 100 grammi di prodotto”. (Continua a leggere dopo la foto)
Il paradosso? “In base a questo meccanismo una CocaCola Zero finisce per essere considerata più salutare di un prodotto ricco di antiossidanti e polifenoli come l’olio o di un formaggio dai protocolli di produzione rigidissimi come il Parmigiano. E non si tratta soltanto della salute dei consumatori, che riceverebbero un’informazione distorta. La posta in gioco a livello economico, per l’Italia, è altissima. I produttori italiani sono infuriati: “Quella dell’Ue è una politica scorretta, che ci penalizza, oltre a dare un’informazione fuorviante ai consumatori. È una modalità di etichettatura che condanna la dieta mediterranea in generale a favore di prodotti industriali e sintetici che possono essere facilmente adeguati ai parametri richiesti”. Difendiamo il Made in Italy!
Tratto da: https://www.ilparagone.it/attualita/made-in-italy-nutriscore/