Come monetizza WhatsApp

Fino a qualche anno fa quello di WhatsApp era un tipico business model ad abbonamento (a partire dal 2° anno ciascun utente pagava 1 $ all’anno).

Circa 7 mesi dopo la famosa acquisizione da parte di Facebook (l’operazione avvenne a febbraio 2014 per un ammontare di $ 19 miliardi) l’app aveva già generato oltre 1 miliardo di dollari di entrate: l’operazione di Zuckerberg, quindi, sembrava avere l’obiettivo acquisire un’app che nel medio-lungo termine avrebbe ripagato ampiamente l’investimento fatto.

Tuttavia, come molti ricorderanno, il 18 gennaio 2016 ci fu un netto cambio di rotta:

Quasi un miliardo di persone in tutto il mondo oggigiorno si affida a WhatsApp per rimanere in contatto con i propri amici e familiari. […] È per questo che siamo lieti di annunciare che WhatsApp non chiederà più commissioni di sottoscrizione. Per molti anni abbiamo chiesto ad alcune persone di pagare un canone per l’utilizzo di WhatsApp dopo il primo anno. Crescendo, abbiamo scoperto che questo approccio non ha funzionato bene.

[3] Blog WhatsApp

Quasi 2 anni dopo l’acquisizione da parte di Facebook, WhatsApp diventava gratis per tutti i suoi utenti, accendendo di conseguenza forti dubbi:

“Se ora WhatsApp è gratis, come farà l’azienda a generare entrate? Come farà Mr. Zuckerberg a ripagare l’investimento di $ 19 miliardi?”

Sempre nello stesso annuncio si legge quanto segue:

Naturalmente, la gente potrebbe chiedersi come abbiamo intenzione di sostenere WhatsApp senza commissioni di sottoscrizione e se l’annuncio di oggi significa che stiamo introducendo annunci pubblicitari di terze parti. La risposta è no. A partire da quest’anno, testeremo strumenti che consentono di utilizzare WhatsApp per comunicare con imprese e organizzazioni da cui vorrete ricevere notizie.

L’obiettivo, dunque, sarebbe quello di far comunicare le persone direttamente con le loro banche, compagnie aeree ecc. tramite l’app, mentre le società andrebbero a farsi carico del costo in precedenza sostenuto dagli utenti attraverso l’abbonamento.

In altre parole, WhatsApp non ha più un business model B2C (Business To Consumer), ma B2B (Business To Business), cioè esso genera entrate offrendo servizi non agli utenti, ma alle aziende.

Detto ciò, nella sostanza WhatsApp come può generare entrate? Secondo Forbes è possibile monetizzare la base utenti in vari modi implementazione di un servizio di pagamento peer-to-peer (come Facebook ha già fatto con la sua app Messenger);

  • acquisti in-app, come giochi e adesivi;
  • annunci pubblicitari in linea con gli interessi degli utenti, anche se a mio avviso significherebbe tradire la mission con cui è nata WhatsApp

Sempre secondo le stime di Forbes, nei prossimi anni WhatsApp potrebbe generare dai 5 ai 15 miliardi di dollari

Accanto alle ipotesi di monetizzazione diretta di WhatsApp avanzate da Forbes, c’è chi sostiene che WhatsApp debba essere inquadrato nell’ambito dell’ecosistema Facebook. In tal senso, dunque, WhatsApp più che una fonte di entrate sarebbe un database di informazioni sfruttate da Facebook per campagne pubblicitarie più mirate
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