Mentana è un monumento vivente al giornalismo italiano di quest’epoca: disonesto, parziale, livoroso, classista, conformista e servile. Open era destinato ad essere una cloaca di propaganda globalista sin dal momento in cui ne è stata annunciata la nascita.
Ma c’è qualcosa che batte in squallore persino la mitraglietta di LA7: i suoi seguaci.
Immaginate il peggio delle ultime due generazioni. Il peggio.
Immaginate un’orda di figli di papà cresciuti a pane e Netflix, allergici a qualsiasi cosa sappia lontanamente di Italia, grandi divoratori di Breaking Italy e Cartoni Morti, nemici giurati dei diritti sociali, tifosi sfegatati di gente come Monti e Draghi, alacri segnalatori di pagine e isterici adepti del politicamente corretto.
Ecco, questo è il livello dei “grazie direttore!” che brulicano sotto i post di Enrico Mentana.
Essere infangati da questa gentaglia equivale a vedersi appuntata una medaglia luccicante sul petto. Perché non essere come loro è un vanto senza fine.
Matteo Brandi.